Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770)



Decorazione del soffitto
Olio su tela
Scuola Grande dei Carmini, Venezia

Il 21 dicembre della 1739 venne deciso dal capitolo della scuola di affidare all'artista la decorazione del soffitto, inizialmente solo per le tele laterali in sostituzione di quelle di altri artisti che si erano alquanto deperite e subito dopo, su proposta dello stesso Tiepolo, anche dello scomparto centrale prendendo il posto di una tela seicentesca del Padovanino. Nonostante l'impegno assunto dall'artista di portare a compimento tutta la decorazione entro l'estate del 1741 egli, oberato da altre committenze, consegnò soltanto nel 1743 le otto tele laterali e addirittura nel 1749 il comparto centrale. Esso raffigura La Vergine che consegna lo scapolare a San Simone Stock che appare inginocchiato su un'architettura in forte scorcio appena accennata. Nel gruppo celeste si vede un angelo intento a conferire al santo lo scapolare mentre la Vergine rivolge il suo sguardo all'osservatore. Nelle tele laterali sono raffigurati: Un angelo mostra lo scapolare alle anime purganti; Un angelo salva un operaio devoto alla Vergine; Un angelo con rotoli e putti che portano il libro della Scuola; Un angelo con gigli e un putto che porge lo scapolare. Quelle d'angolo infine sono dedicate alle virtù: Fede, Speranza e Carità; Prudenza, Sincerità e Temperanza; Fortezza e Giustizia; Pazienza Innocenza e Castità. Nel suo complesso l'apparato decorativo si rifà al modello veronesiano della sala del Collegio di Palazzo Ducale con la presenza di elaborate conici lignee dorate. Qui però la tavolozza non è quella intensa e accesa del Caliari ma quella giocata su tonalità leggere e colori chiari, la cui levità pittorica conferisce all'insieme una soave teatralità. L'opera, che costituisce una delle prove più significative della maturità dell'artista, fu ampiamente celebrata dai contemporanei come testimoniato dalle parole di Anton Maria Zanetti, che in occasione dell'inaugurazione dell'apparato decorativo nel 1443, ancora privo dello scomparto centrale, conferì all'artista il titolo ideale di "pittore più eccellente del notro tempo, su tutti gli altri".